Cardello (Italian Edition) by Luigi Capuana

Cardello (Italian Edition) by Luigi Capuana

autore:Luigi Capuana [Capuana, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781478113096
Amazon: 147811309X
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2012-06-22T00:00:00+00:00


21

- Sono brava gente, però, - rispose Cardello.

- Non dico il contrario; ma io ho bisogno di qualcuno che sappia leggere e scrivere.

- Alla meglio, pochino so, e so anche far di conto, addizione, moltiplicazione, divisione, sottrazione!

- Che mestiere esercitate?

- Ho fatto… il servitore finora, due anni. Prima, ero giovane di don Carmelo il burattinaio, quello che ammazzò la moglie.

Vi prenderei per sorvegliante, giacchè sapete leggere. Una settimana di prova: se vi va, se mi andate, bene; altrimenti, ciao! -

Così Cardello diventava sorvegliante di una squadra di operai, e dopo un mese, era la mano diritta dell’impresario che gli aveva dato alloggio in casa sua, e lo mandava qua e là e si faceva preparare il desinare perchè il Piemontese (lo chiamavano così) mangiava una volta al giorno, ma quella volta diluviava e beveva per quattro, da sbalordire Cardello che non sapeva persuadersi dove quegli mettesse tanta roba, secco e allampanato com’era.

Di enorme, colui aveva soltanto gli orecchi, che sembravano due sotto coppe appiccicate dietro le tempie, e si movevano stranamente mentre masticava; Cardello guardandolo, si tratteneva a stento dal ridere.

Or accadde che nello scavare la conduttura, gli operai incontrassero sotto i picconi e le zappe una gran lastra di pietra. Sollevàtala, fu scoperta una tomba con le ossa di uno scheletro mezze abbruciacchiate, due bei vasetti verniciati neri con figure in rosso, e tre vasetti e una lucerna rozzi, di terra cotta senza vernice.

- Fermi! - gridò Cardello: - Nessuno tocchi niente. E tu - soggiunse rivolto a un operaio: -

va’ a chiamare il padrone. Intanto scaviamo più in là. -

Quando l’impresario arrivava, era già in vista, a fior di terra, un’altra tomba.

Cardello tentava di sollevare da solo la lastra, con grande precauzione, perchè gli oggetti che forse vi si trovavano dentro, come nell’altra, non venissero danneggiati.

Visti i primi vasetti, l’impresario, con gli occhi sfavillanti di gioia, gridò agli operai che si erano affollati attorno a Cardello:

- Via tutti, al lavoro! Laggiù! -

Palpava i vasetti, li ripuliva col fazzoletto dal terriccio che vi si era appiccicato attorno, e diceva a Cardello:

- Su, pòrtali a casa, involtati in questo giornale, e torna sùbito. No, aspetta. Solleviamo questa lastra. Farai unico viaggio. La lastra resisteva, come avea resistito ai soli sforzi di Cardello.

- Sono del tempo dei Saraceni - diceva questi, intendendo di accennare all’epoca più remota ch’egli potesse concepire. - Bevevano poco costoro, - soggiunse: - se usavano questi fiaschetti col collo lungo. -

E rise.

Non rideva il Piemontese, a cui per la gioia della scoperta, erano diventati rossi infocati gli enormi orecchi.

- Scalza il terreno da quel lato, leggermente; io farò leva col palo da questo. -

All’urto del palo, la lastra si spezzava, affondandosi nella tomba e stritolando i vasetti che vi erano dentro.

Il Piemontese cominciò a bestemmiare nel suo dialetto; Cardello credeva così, non intendendo la sequela di countag! che gli scappavano di bocca, mentre egli rovistava tra il terriccio raccattando i pezzi, e tentando d’indovinare come avrebbero dovuto essere incollati. Il peso della lastra aveva spezzato i più fragili e i più belli: tre, di semplice e rozza terracotta, erano rimasti intatti.



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